4 research outputs found

    HISTORICAL SOURCES AND THE THEMATIC CARTOGRAPHY. MAJOR BATTLEGROUNDS IN THE ANCIENT SICILY

    Get PDF
    Il contributo espone una metodologia di ricerca: le fonti antiche come strumento di produzione cartografica finalizzata alla valorizzazione dei beni culturali. Vengono esaminate due aree della Sicilia occidentale antica, dove si svolsero eventi militari di grande rilevanza storica: la battaglia sul fiume Crimiso, attuale Belice (339 a.C.) e la battaglia nel mare delle Egadi (241 a.C.). Grazie anche allo studio preliminare degli storici antichi che hanno descritto la battaglia delle Egadi (TP), la Soprintendenza del Mare di Trapani e la RPM Nautical Foundation hanno potuto interpretare la densità di rinvenimenti archeologici subacquei a NordOvest dell’isola di Levanzo e localizzare più precisamente il tratto di mare dove si svolse la battaglia navale. L’area è stata inserita nel progetto europeo ArcheoMap (6° FP, 2002-2006), interessato alla sperimentazione di ‘itinerari e parchi archeologici subacquei’ che – tramite l’uso di strumenti audiovisivi – valorizzano il mare come bene naturale e bene culturale. Il secondo esempio illustra un’area dei Monti Sicani in provincia di Palermo, dove il Laboratorio di Scienze dell’Antichità della Scuola Normale Superiore di Pisa svolge ricerche archeologiche dall’inizio degli anni Ottanta: la città antica (Entella) sorgeva sul ramo sinistro del fiume Belice e il suo territorio si estendeva verso Sud fino alla confluenza fluviale. Qui probabilmente si svolse un’altra famosa battaglia, devastante per l’esondazione del fiume in zone soggette da sempre a dissesti idrogeologici. Anche in questo caso, le fonti antiche hanno fornito dettagli topografici che – insieme a elementi toponomastici (Catasto Borbonico) e morfologici (Carta dei Suoli della Sicilia) – hanno permesso di circoscrivere l’area della battaglia. Il contributo presentato in questa sede è tratto dall'elaborato «Entella: città e territorio nel quadro sinottico delle fonti antiche (VI a.C.-I a.C./I d.C.)» (di M.I. Gulletta) che farà parte della pubblicazione definitiva delle ricognizioni sul territorio (a cura del Laboratorio di Scienze dell'Antichità, Pisa 2012 c.d.s.).I here wish to discuss put to the test methodological issues: ancient sources as an instrument for map-shaping that aimsing at the promotion of cultural heritage. I investigate two areas of the ancient Western Sicily that played host to are examinated where military events of great historical importance a couple of important battlesoccourred: the Krimisos River – Belice River (339 BC), nowadays – and the Egadi Islands battle. Thanks also to the preliminary study of ancient sources Aabout the formerlatter, once checked ancient sources the Soprintendenza del Mare in Trapani and the RPM Nautical Foundation shed light on the numerous many underwater finds NorthWest of the Levanzo Island and then they located the stretch of sea where the naval battle took place more precisely. This area has now been now included in the ‘ArcheoMap’ Eeuropean project (6° FP 2002-2006), also testing 'routes and underwater archaeological parks', which – through the use of audiovisual aids –intends to promote the seas both as natural and cultural heritage. The second example sample shows an area of the Monti Sicani in the province of Palermo where the « Laboratorio di Scienze dell’Antichità (Scuola Normale Superiore di Pisa)», has being carryingies out archaeological research since the early Eighties: the ancient city (Entella) rose on the left branch of the Belice River and its territory extended southward to the confluence of the river. Also in this case, the ancient sources (Greek and Latin) provide topographical details, which – with toponymic (Catasto Borbonico) and morphological (Charter of Soils of Sicily) elements – allowed to assume deduce the area of the battle. The related study will form ais expected to appear on a chapter of the «Carta Storico-Archeologica del Comune di Contessa Entellina», developed in progress by the team at the conclusion of after the topographical surveys (1998-2002)

    NONVERBAL COMMUNICATION IN ANCIENT MAPS: PORTRAIT OF SICILY (VEL SICILY PORTRAYED)

    Get PDF
    La Sicilia si rivela un ‘caso cartografico’ di particolare interesse già nella prospettiva di età antica: prospettiva in cui da un lato la rappresentazione, derivata dalle basi empiriche del viaggio per mare, tendeva a deformare l’orientamento delle terre privilegiando i punti chiave delle rotte; dall’altro la descrizione dell’ecumene tentava di superare la visione lineare del periplo e conquistare una seconda dimensione, richiamando analogie geometrico-anatomiche a cui assimilare la forma delle terre. Lo schema trigonon dell’isola inclinata verso l’Africa – così giunto fino a Claudio Tolomeo – è il punto d’arrivo della lunga esperienza ricostruibile attraverso la tradizione geografica antica; la ‘riscoperta’ di Tolomeo all’inizio del Quattrocento è invece – come noto – il punto di partenza per la storia della moderna definizione cartografica. Dopo un cenno allo ‘stato dell’arte’ relativo alla cartografia storica dell’isola, si richiama l’attenzione sul microcosmo ornamentale che integra il macrocosmo cartografico, nella sua funzione non solo decorativa, ma molteplice nella tipologia del messaggio. Il mito, la storia, il paesaggio mitizzato disegnano, infatti, immagini diverse dell’isola, in un circuito di committenza e pubblico all’interno del quale l’immagine viene riutilizzata e riconosciuta, quale elemento di un canone costruito sull’arte della memoria: quel Dizionario delle immagini fissato nel Cinquecento ricostruendo dalle fonti classiche repertori di scene, allegorie e figure mitologiche, elaborate dalla tradizione medievale e confluite con varianti in quella rinascimentale. Una breve selezione di esempi indicherà come il cartiglio non attende solo a funzioni di ordine pratico (datante ed estetico), ma aggiunge quasi un secondo testo che orienta e precisa quello della carta. E prima che si verifichi lo iato fra arte e cartografia (fine XVIII secolo vs. metà XIX secolo) emerge a più riprese la fisionomia culturale del cartografo, che non di rado affida anche un messaggio non-detto ad un livello esegetico ‘terzo’ dell’elemento ornamentale.Since antiquity Sicily is a telling cartographic case: its ‘portrayal’ came from the empirical groundings of seafaring and rendered the island’s shape distorted by focusing on maritime courses; analogically with geometry and anatomy, ‘description’ of the oikoumene was charged of superseding periplous’ linear perspective by seizing a second dimension. The schema trigonon – where Sicily was represented leaning to Africa – is the endpoint of the long-lasting ancient geographical tradition. On the other hand, Ptolemy’s rediscovery in the 14th century is the starting point for modern cartography. I will first recall the state of the art about historical cartography of the island and then I will focus on the ornamental microcosm, which tops off the cartographic macrocosm with nonverbal polysemy. Myth, history, and landscape are the background for different images of the island, commissioned both by private and public assignors. These are recognized and reused as part of a canon built on the art of memory, i.e. the Dizionario delle immagini that during the 16th century embodied a corpus of ancient scenarios, allegories, and mythologies seeping through Middle Ages into Renaissance. I will show some meaningful samples in order to clarify how this attachment of complementary messages works. The cartographer, whose cultural features are remarkable up to the hiatus between arts and cartography (either end-18th c. or half-19th c.), usually makes use of nonverbal communication by ‘knickknacks’

    Immunotherapy Bridge 2017 and Melanoma Bridge 2017: meeting abstracts

    No full text

    Immunotherapy Bridge 2017 and Melanoma Bridge 2017: meeting abstracts

    No full text
    corecore